il Guerriero

"Non devi fare niente di particolare, Selvaggia - mi spiegò la Principessa Luna - devi solo chiudere gli occhi e osservare ciò che inizierai a vedere, ognuna di noi farà questo viaggio interiore, ognuna per sè ma insieme alle altre, poi ci racconteremo che cosa abbiamo scoperto."
Ci mettemmo comode e chiudemmo gli occhi.
La Strìa iniziò a mormorare una nenia in una lingua sconosciuta, molto ritmata e ripetitiva.

Attraverso le palpebre chiuse intravedevo il chiarore del fuoco e il buio della notte, ma non vedevo niente di particolare, se non forse qualche guizzo bianco su uno sfondo nero... che viaggio avrei mai dovuto fare stando seduta a occhi chiusi? Cosa avrei potuto raccontare poi? Il ritmo della canzone divenne più incalzante, non potendo guadare fuori da me tutta la mia attenzione era dentro di me, sentivo la faccia, pancia, le mani, le ginocchia riscaldate dalla fiamme e l'aria fresca sulla schiena e sul collo, la pelle su cui ero seduta e l'umidità che saliva dalla terra. Potevo percepire il battito del mio cuore e in alcune parti del corpo anche il pulsare del sangue, mi accorsi che ma mano che la musica si faceva più veloce, anche la mia respirazione cambiava, la vecchia ripeteva delle parole piene di lettere T e D a ritmo sostenuto, sembrava di sentire il suono di un tamburo, sembrava il cuore di qualcuno che sta correndo... nella boscaglia, di notte... è inseguito o sta inseguendo? non è un piccolo animale spaventato, ma nemmeno un cacciatore ben armato... è qualcuno che si sta nascondendo in una foresta che conosce bene, è forte e agile, non deve farsi sentire e vedere ma non è in fuga, ha una strategia in testa, sta combattendo una guerra contro qualcuno che molto forte e ben armato, ma più impacciato e lento. Sono in tanti, gli altri sono un esercito, con le armature e un capo che dà ordini, sono sicuri di vincere, ma non conoscono il posto, sono degli invasori. E' da tempo... mesi, forse anni che questi stranieri sono arrivati e si sentono i padroni. Io li odio, sono violenti, crudeli, senza pietà, non siedono in cerchio. Io sono quel guerriero che corre, scattando sui muscoli elastici, ho solo qualcosa legato intorno alla vita e in mano qualcosa di legno, è la mia arma, la so usare molto bene, ma funziona solo da vicino, loro invece possono uccidere da lontano, usando il rumore di un fulmine.
Io li odio, ho visto uccidere la mia gente, ammazzare i bambini, prendere le donne per i capelli, portarle vie... loro non conoscono accordi, conoscono solo la guerra, uccidono allo stesso modo gli animali, prendono tutto senza ringraziare nessuno, non affrontano il nemico rispettando le regole della guerra. E' da giorni che corro, mangio poco, solo qualche seme che porto in un sacchetto legato al collo, e quasi non dormo, ma l'odio mi dà forza e so che non sono solo, ci sono i miei compagni che lottano insieme a me. Non sono miei amici, io non sono cresciuto con loro. Io sono nato da una delle donne che sono state portate via per i capelli, io sono nato in casa degli stranieri, io capisco la loro lingua, io conosco le loro armi, io conosco le loro anime. Loro non hanno rispetto di niente. Mia madre non mi voleva perchè ero figlio di chi lei odiava di più. Quando ero molto piccolo avrei voluto essere come loro, perchè loro mangiavano e avevano vestiti colorati e armi che luccicavano. Poi crescendo ho capito che quelli come me non potevano diventare mai come loro, che loro ci trattavano peggio dei cani. E così sono fuggito e mi sono ricongiunto ai miei veri fratelli perchè dobbiamo unirci per scacciare gli invasori, prima che ci scaccino dalla nostra terra e ci ammazzino tutti. Così ho trasformato il mio corpo in uno strumento di guerra, il mio cervello in una macchina per progettare strategia di attacco, il mio cuore non racchiude altro che rabbia, odio e sete di vendetta, non provo paura, nè tristezza, nè dolore, nè compassione, nè amore. Solo odio. Non c'è nessuno a cui voglio bene, non combatto per amore del mio popolo, ma per odio del mio nemico. Non c'è una donna che possa trattenermi. Non mangio per godere del cibo, mangio per nutrire il mio corpo affinchè possa combattere. Non dormo per sognare, solo per riavere le energie di continuare a combattere. Non parlo e non ascolto gli altri se non per progettare le prossime mosse.
... In verità sono stanco, sono così stanco che morirei qui, adesso, se non ci fosse l'odio a tenermi in piedi. Morire... sì, desidero che muoiano tutti loro, è il mio più forte desiderio, ma la cosa che desidero subito dopo è morire io stesso. La morte mi sembra così dolce, è l'unico pensiero che mi rasserena, pensare che un giorno, forse tra poco, potrò finalmente lasciarmi andare tra le braccia della morte, e il mio corpo potrà finalmente riposare, e la mia testa potrà smettere di fare piani, e il mio cuore potrà smettere di correre. Ma il mio odio resterà vivo, il mio sangue cadrà su questa terra e darà frutti di odio perchè i miei successori portino avanti la mia guerra fino alla morte.

La vecchia rallenta il ritmo del canto e abbassa la voce finchè si spegne. Resta solo il crepitìo del fuoco. Lentamente apro gli occhi e muovo la schiena e le gambe intorpidite, mi guardo intorno quasi stupita di essere dove sono, e della presenza delle altre donne vicino a me. Mi sento davvero come se avessi fatto un viaggio molto lontano, un po' come quando si sogna, ma so che ero sveglia, non ho dormito. Ho ancora però tutto il corpo teso e il cuore stretto come se davvero io fossi stata quel guerriero. Mi sento esausta e mi fa quasi paura pensare che in quel tempo sono stata qualcun altro. Mi stupisco di vedere la mia pelle chiara e le braccia sottili quando pochi minuti prima avevo braccia muscolose e scure. E' stato terribile essere quella persona, provare tutto quell'odio. Chiudo gli occhi per riprendermi e per cercare di scacciare le lacrime che mi affiorano brucianti. Quando li riapro Luna mi sta guardando. Io distolgo lo sguardo e faccio un grande respiro cercando di ritornare me. Per fortuna nessuno mi chiede di raccontare il mio viaggio.
La principessa si limita a dirmi: "Selvaggia, vedo che non sei pronta a parlare, ma il bambino che porto in grembo vuole ringraziarti per aver incontrato un pezzo della sua anima. Ci troveremo ancora domani sera per proseguire la ricerca. Grazie"