Questa notte non riesco proprio a dormire.
Continuo a pensare a Giorgio, a quella sera al
castello di Sagliano, la prima ed ultima volta che l'ho visto. Cerco di
ricordami il suo volto e già mi sembra che stia svanendo, non è più così
nitido, eppure se penso a lui riprovo ancora tutte le emozioni, il cuore che
batte e quella sensazione di capogiro come se tutto intorno fosse avvolto dalla
nebbia e attutito e nella grande sala ci fossimo solo io e lui...
Ricordo con precisione tutte le sue parole quando
ha raccontato la lotta contro il drago, ora le voglio scrivere perchè ho paura
che si sbiadiscano e scompaiano come i suoi lineamenti nella mia mente.
Il re di Sagliano aveva fatto tutto un lungo
discorso in cui spiegava che era molto onorato di avere ospite questo valente
cavaliere al quale era immensamente grato bla bla bla... ha raccontato del
Drago che strisciava fuori dal torrente Crenna ogni notte di luna nera sputando
fuoco e devastando i campi e si fermava solo quando incontrava sul suo cammino
una giovane vergine, la quale spariva senza lasciar traccia. La gente
ascoltandolo piangeva. A Sagliano c'erano solo dodici ragazze e ne erano state
già mangiate undici, la dodicesima è proprio Luna, la figlia del Re di
Sagliano, che abita in cima al paese nel castello.
Anche la Regina piangeva sul suo trono.
Tutti in questi mesi sono stati sconvolti dal
terrore e dal dolore, Sagliano è sempre stato un paese di gente semplice e
accogliente, lavoratori e onesti, un po' come una grande famiglia che quando
c'è bisogno ci si dà sempre una mano, anche perchè a turno capita a tutti di
avere bisogno... Ma ultimamente il paese era irriconoscibile, niente bambini
per i campi a giocare, niente comari a chiacchierare alle fontane coi panni del
bucato, nessun uomo a bersi un bicchierino in compagnia all'osteria di ritorno
dai campi. Questo è stato quello che ha trovato Giorgio quando è arrivato sul suo
cavallo.
Di solito quando arriva un cavaliere da lontano
tutti fanno a gara per invitarlo, sperano di avere qualche moneta in cambio
dell'ospitalità, ma sopratutto sono curiosi di sapere che notizie fresche porta
dai paesi vicini. Quella volta invece tutte le porte erano chiuse. Era la notte
prima della luna nera. La notte seguente il drago avrebbe preso l'ultima
fanciulla: Luna.
Ah, se ci fossi stata io a Sagliano, invece di
stare rinchiusa nel castello di Oramala, certo gli avrei aperto la porta! Gli avrei
fatto preparare un letto degno di re, gli avrei fatto cucinare... beh, in
verità forse se fossi stata a Sagliano, il drago invece mi avrebbe già
divorata... che brividi! Non voglio pensarci. Sta di fatto che arrivato in
paese l'unico che ha accolto Giorgio è stato mio fratello Fermo.
Se penso al disgraziato che era mio fratello da
piccolo, quanto ha fatto penare i nostri genitori... era insopportabile anche
con me. Ma da quando è arrivato a Sagliano e si è sistemato ai piedi della
collina è diventato un'altra persona. Lì tutti lo considerano un saggio
eremita, un santo addirittura!
Se ne sta sempre fermo e zitto e osserva il paese.
Osserva tutto ma non dice niente. Lui era l'unico quella sera a non aver chiuso
la porta. Stava immobile sulla soglia, ha invitato Giorgio ad entrare e in
silenzio gli ha dato da mangiare e offerto il suo giaciglio.
Mentre Giorgio raccontava dell'incontro con Fermo,
descrivendolo come una persona eccezionale, io avrei voluto alzarmi e dire:
"Io sono sua sorella!!", ma non sarei stata in grado di dire niente,
lo guardavo e non capivo niente, mai ho visto un uomo più bello, nobile, forte,
e il suono della sua voce, i suoi occhi! I suoi occhi!! Gli occhi di chi ha
guardato in faccia un drago...
Ha raccontato poi del sogno che ha fatto quella
notte: uno straniero luminoso gli veniva incontro e gli diceva: “Devi
sconfiggere il drago che con il suo alito di morte uccide la fiducia e la gioia
di questa gente. Eccoti la mia spada di luce e il mio scudo. Quando il drago ti
assalirà e quando sarà il momento di colpirlo, chiama il mio nome e sarò con
te. Io sono l'Arcangelo Michele.”
La mattina seguente, al suo risveglio, Giorgio
aveva visto Fermo seduto nella medesima posizione in cui l'aveva visto la sera
prima: guardava intensamente qualcosa sulla parete di fronte a lui. Una spada
di luce fiammeggiava davanti ai loro occhi, così vera da poterla toccare.
Mio fratello tolse l'arma dal muro a cui era appesa
e la porse al cavaliere, quindi uscì dalla casetta e indicò la strada che
portava al castello di Sagliano e proseguiva poi sprofondando dentro la stretta
gola del Torrente Crenna.
Scendendo per il sentiero, Giorgio raccontò di aver
sentito il respiro del drago che gli toglieva le forze. A un certo punto mise
un piede in fallo e scivolò per qualche metro trovandosi all'imboccatura di una
grotta naturale. Si stava rialzando dolorante quando sentì una mano afferrarlo
da dietro per un braccio. Era una vecchia avvizzita e piegata dagli anni eppure
la stretta sul braccio era forte. “Non potrai ucciderlo senza questo” gracchiò
la donna e gli indicò una pozza del torrente in cui si rispecchiava il bosco e
un minuscolo scampolo di cielo. Giorgio si avvicinò e si accorse che non si
trattava di acqua ma di una superficie solida. Era un grande specchio rotondo.
Affondò la mano nell'acqua e lo sollevò, dietro aveva le cinghie da legare al
braccio, proprio come uno scudo.
Il giovane indossò lo scudo e si girò verso la
vecchia per ringraziarla, ma lei gli gridò aspra: “Va' via, non perder tempo,
stolto!”
In quel momento si udì il terribile ringhio del
drago e Giorgio si mise a correre risalendo la sponda opposta a quella da cui
era disceso, sentiva che doveva allontanarsi da quella gola per poter
recuperare le sue energie. Il drago lo seguiva dimenando la coda e ringhiando e
sputando fuoco. Gli alberi si carbonizzavano o venivano strappati dal drago che
tentava di farsi largo. Senza le radici degli
arbusti, il terreno sabbioso e scosceso franava sulla bestia che non riusciva a
raggiungere l'uomo, più agile e leggero.
Quando finalmente Giorgio giunse in cima alla
collina da cui si vedeva, oltre la gola del Crenna, la casa di San Fermo alla
stessa altezza, si fermò e si preparò ad affrontare il drago che ormai era a
poche decine di metri. “Michele!!!” gridò Giorgio e si protesse con lo scudo
dalla violenta fiammata del suo avversario. La fiamma colpì lo specchio e
ritornò indietro bruciando l'animale che muggì di rabbia, allora il giovane
impugnò la spada di luce e al grido “Michele!” la scagliò colpendo in pieno e
tagliando di netto le zampe del mostro che precipitò lungo il pendio di sabbia
e sassi che si riversarono sul suo corpo, seppellendolo.
Il cavaliere, ancora ansimante si lasciò cadere in
ginocchio e ringraziò l'Arcangelo Michele.
Poi, si piegò fino a toccare con la fronte la terra
e rimase così a lungo.
Si riscosse dopo un tempo che non avrebbe saputo
definire, intorno era già scuro, alzò il capo e vide dinnanzi a sé una bambina
con un vestitino bianco. Una sottilissima luna, ricurva e delicata come una
ciglia stava sorgendo da dietro la collina e sembrava appoggiata sulla sua
testa come una corona.
“Grazie” disse lei. “Andiamo a dare la buona notizia
al paese.”
Il cavaliere seguì la bambina, ridiscesero nella
gola del Crenna e passarono davanti alla grotta. “Devo ringraziare la vecchina
che mi ha dato lo scudo”
“La vecchina non c'è più.” ribattè la bimba senza
aggiungere altro.
Così il mo amato Giorgio fu condotto al castello di Sagliano dalla principessa Luna.
Il giorno stesso ci giunse l'invito per partecipare alla grande Festa in Onore del Cavaliere Coraggioso .
Così il mo amato Giorgio fu condotto al castello di Sagliano dalla principessa Luna.
Il giorno stesso ci giunse l'invito per partecipare alla grande Festa in Onore del Cavaliere Coraggioso .