Luna e Selvaggia

Caro diario, forse sto davvero impazzendo.... Oggi è successa una cosa incredibile: ieri sera ho sentito dei rumori di passi avvicinarsi alla spelonca della strega, con cautela mi sono messa ad osservare per vedere se era lei. Era lei! Gobba e zoppa come non mai. Non avevo un piano preciso, mi ero ripromessa di osservare in silenzio, ma quando l'ho vista ho sentito l'orrore e la rabbia scorrere nel mio sangue e non ci ho visto più! Come una furia sono balzata fuori dal mio nascondiglio gridando: "Tu, schifosa vecchia! Cosa hai fatto a Giorgio??!!". Lei ha volto il suo sguardo gelido verso di me e ha sibilato: "Taci!"
Io mi stavo slanciando verso di lei, e in quel momento una radice, come se fosse una creatura dotata di volontà, si è alzata dal suolo e mi ha fatto inciampare, sono caduta in avanti ma un rovo mi ha avvolto i capelli tirandoli con forza, lottavo per divincolarmi e all'improvviso il rovo ha lasciato la presa e sono caduta con la faccia nel torrente Crenna. Come avevo fatto a non pensare che se lei era una strega avrebbe potuto farmi male con i suoi poteri magici, sul momento ho visto solo una vecchia indifesa e ho pensato di colpirla per sfogare la mia rabbia, senza riflettere. Lei si è avvicinata, io tremavo, sapevo che avrebbe potuto trasformarmi in rospo o peggio... invece mi ha solo detto, con voce roca e tagliente: "Brava, pettinati i capelli, lavati la faccia e inginocchiati davanti a me. Non potrai mai più parlare finchè non mi avrai chiesto scusa per la tua maleducazione. Se vuoi sapere qualcosa, puoi chiederlo in modo più gentile."
Poi è sparita nella sua spelonca. Ero terrorizzata e non sono riuscita a muovermi nè a dire una parola per molte ore, mentre la notte calava e sentivo il freddo del fango, il bruciore dei graffi e il dolore delle botte che avevo preso cadendo. A un certo punto forse persi i sensi o mi addormentai. So solo che quando mi svegliai era già mattina. Ero confusa e dolorante, poi in un lampo mi ricordai tutto e mi riecheggiarono nella mente le parole della vecchia: "Brava, pettinati i capelli, lavati la faccia e inginocchiati davanti a me. Non potrai mai più parlare finchè non mi avrai chiesto scusa per la tua maleducazione. Se vuoi sapere qualcosa, puoi chiederlo in modo più gentile." Mi rialzai e cercai di sistemarmi un po', di lavarmi la faccia, di sciacquare il sangue dei graffi che mi avevano fatto i rovi e le sbucciature che avevo sulle ginocchia e sui gomiti e anche sul naso e sulla fronte perchè ero caduta sui sassi del torrente. In quel momento sentì qualcuno muoversi nella grotta della vecchia, rimasi pietrificata a guardare in quella direzione e quello che vidi mi sconvolse ancora di più: dalla grotta, con il passo lieve e aggraziato, stava uscendo fresca di pulito una piccola bambina con un vestitino bianco che quando mi vide mi sorrise e mi venne incontro. Aprii la bocca per dire qualcosa ma non uscì nessun suono. Volevo chiederle chi sei, cosa fai qui, forse avrei dovuto scappare, nascondermi, poteva essere una bambina di Sagliano, avrebbe potuto raccontare di me al paese... ma in quel momento ebbi una folgorazione: la faccia di quella bambina... io l'avevo già vista... come con la vecchia, avevo la netta sensazione di averla vista poco tempo fa, forse in un sogno? Poi capii: era la principessa di Sagliano! L'avevo vista alla festa  che il re aveva indetto al castello di Sagliano per celebrare la vittoria di Giorgio sul drago, in quell'occasione mi era sembrata una ragazzina della mia età, ora così da vicino mi sembrava una bimba, eppure era lei, senza nessun dubbio! Avrei voluto dirle qualcosa, ma ancora una volta non riuscii a fare uscire alcun suono.
"Vedo che vorresti parlarmi - mi disse Luna con aria amichevole - basta che fai quello che ti ho detto ieri sera: inginocchiati e chiedimi scusa e riavrai la parola." Rimasi interdetta. Ieri sera? Ma era stata la vecchia a dirmi così la sera prima... molto confusa, feci quello che mi aveva detto: mi inginocchiai e chiesi scusa. Quando rialzai gli occhi la bimba sorrideva: "Sei un po' ingenua e ti lasci trascinare dalle tue emozioni, ma so che hai un cuore coraggioso e puro e mi stai simpatica. So la tua storia perchè me l'hai raccontata tu quando sei arrivata qui nel bosco ed eri sola e spaventata. So che non hai nessun altro con il quale parlare oltre alla Vecchia del Crenna e immagino quanto tu possa essere sconvolta dagli eventi di questi ultimi giorni. Per questo ho deciso di raccontarti la mia storia, perchè credo che se riuscirai a lasciare da parte i tuoi sentimenti di invidia potremmo diventare buone amiche."
Io ero troppo agitata per rispondere, così lei sedendosi su un sasso e facendomi cenno di accomodarmi a mia volta proseguì: "Io sono Luna, la Principessa di Sagliano e sono la Vecchia del Crenna. Ed ora sono anche la moglie di Giorgio. Sono quello che sono anche grazie all'aiuto di tuo fratello, il saggio Fermo.
Da quando lui è arrivato a Sagliano, tutto è cambiato. Quando io e te eravamo piccole, Sagliano era come Oramala, un castello circondato da qualche casetta e assediato dal bosco. Poi Fermo si è messo su quella collina e tutto è cambiato. Sulla collina il sole splendeva sempre, la pace e la quiete che lui con la sua saggezza e calma aveva portato si diffusero nel paese, tutti erano sempre di buon umore e con tanta voglia di lavorare e aiutarsi a vicenda, e del resto con un piccolo sforzo si ottenevano buoni risultati, non c'erano litigi, nè invidie, nè pettegolezzi malevoli. Dopo tanti anni sereni, una notte ci fu una terribile tempesta: vento, grandine... sembrava di sentire urlare i dannati dall'inferno. Dal castello, tremanti, udimmo un frastuono assordante come se la montagna si stesse spaccando in due fino alle fondamenta. E in effetti questo è ciò che successe quella notte: la montagna su cui sorgeva Sagliano si era spaccata in due. Questa stretta gola in cui scorre il Crenna, dove ora ci troviamo, fino a quel giorno non esisteva. Ora so, ma allora nessuno sapeva, che questo è opera del Drago delle Tenebre, invidioso e furente per la piccola bolla di Luce che Fermo aveva creato intorno a sè grazie al buon cuore e alla buona volontà della gente del posto. Il Drago voleva un avamposto di tenebra dove non arrivasse mai un raggio di sole nè di luna e da cui poter insidiare la pace e l'armonia del paese. Questo è accaduto l'anno scorso, come tu ricorderai. Da quel momento il mostro ogni notte di luna nera (l'unica in cui poteva uscire dal suo rifugio senza incontrare la luce del sole o della luna) risaliva strisciando lungo la strada maestra, bruciando e devastando finchè non incontrava una vergine sul suo cammino, allora spariva con lei nell'oscurità lasciando il paese in preda alla paura e al sospetto, tutti accusavano tutti di aver commesso qualche terribile peccato che veniva così punito dal volere di Dio. La gente cambiò completamente. Io ero solo una ragazzina, e osservavo sgomenta ciò che stava accadendo alla mia gente. Passarono i mesi, erano state già rapite undici fanciulle in età da marito, io ero l'ultima, sapevo che sarebbe toccato a me. Non volevo sfuggire al mio destino, sarei stata disposta a morire per il  mio paese, ma sapevo che la mia morte non avrebbe salvato nessuno, e il drago avrebbe continuato la sua devastazione. Erano passati undici mesi e nessun cavaliere aveva osato affrontarlo. Avevo deciso che volevo fare qualcosa io, o almeno provarci. Per questo andai da tuo fratello Fermo: era l'unico che mi sembrava ancora padrone di se stesso. Lui, come al solito mi ascoltò, ma non disse niente. Del resto non dice mai niente. Mi diede però uno strano oggetto rotondo e piatto... non avevo mai visto niente di simile perchè non esistevano gli specchi a Sagliano. Lo posizionò in modo che la luce della luna piena vi si riflettesse. Rimasi abbagliata. Poi me lo porse e per la prima volta potei vedere il mio volto. Non avevo mai visto niente di più bello. In contemplazione della mia stessa bellezza tornai a casa sempre guardando nello specchio. L'idea di dover finire in pasto al drago ora mi sembrava intollerabile. Perchè io che ero così bella e giovane dovevo morire? Io volevo vivere e amare ed essere amata. Ero disperata e pensai a cento modi per fuggire. Poi l'ultima sera in cui l'ultimo spicchio di luna stava ormai sparendo nel cielo mi decisi: forse mostrandomi al drago finchè ancora c'era abbastanza luce da illuminarmi, avrei potuto affascinarlo, avrei potuto commuoverlo, forse, avrei potuto convincerlo a smettere di distruggere tutto... camminavo nel bosco, con la forza della disperazione e la fiducia nella mia bellezza, ogni tanto mi guardavo allo specchio per rassicurarmi. Ma più procedevo contro il vento freddo della notte, più sentivo le forze venirmi meno, e anche il coraggio, mi sentivo sempre più debole man mano che scendevo verso il Crenna, poi vidi la mia mano: era secca e rugosa, mi guardai allo specchio: stavo invecchiando a vista d'occhio, la mia pelle perdeva colore e luminosità, i miei capelli cadevano a ciocche e incanutivano, la mia schiena si piegava. La mia bellezza mi stava abbandonando! Ormai priva di forza e di speranza, precipitai giù per la scarpata e persi i sensi.
Fu proprio il giorno seguente che Giorgio arrivò col suo cavallo e che venne ospitato da tuo fratello Fermo- l'unico che non aveva chiuso la porta vedendo arrivare uno straniero come ormai tutti facevano a Sagliano. E fu il giorno seguente che io lo incontrai presso il Crenna, con il mio orribile aspetto da vecchia e gli diedi lo specchio che lui usò come scudo contro il drago. Quella notte di luna nera Giorgio combattè contro il drago, mentre io sentivo che la vita mi stava abbandonando, la vita stava scappando via dal mio corpo, la sentivo scorrere, fuori da me, sentivo il sangue uscire dal mio ventre e scendere lungo la frattura della montagna, qui dove ora scorre il torrente Crenna.
Pensavo che non avrei mai più visto l'alba, invece la mattina mi svegliai, balzai in piedi e la mia sorpresa fu grande: il mio corpo era tornato quello di una bambina. Ero partita dal mio castello due giorni prima e avevo appena tredici anni. In quelle poche ore ero diventata donna e poi vecchia, avevo visto per la prima volta il mio sangue uscire dal mio corpo senza ferita, ero morta ed ero rinata come bambina. Fui la prima a ringraziare Giorgio per aver salvato la vita a me e al paese e fui io che lo accompagnai al castello di Sagliano."