I figli del marchese di Oramala

Caro diario,
oggi più che mai avrei bisogno di parlare con qualcuno. Da quando la principessa di Sagliano mi ha raccontato la sua storia e ho capito che Giorgio non sarà mai mio, mi sono trovata all'improvviso a chiedermi che cosa ci faccio qui da sola nel bosco. Sono scappata di casa per non sposarmi con il principe Desiderio e con la folle speranza di poter un giorno unirmi a Giorgio. Ero pronta a tutto per questo sogno... ma ora mi chiedo che senso ha stare qui... forse dovrei tornare al castello di Oramala.

 Mi puniranno certamente. O forse saranno così felici di vedermi viva che faranno una festa? Avrei di nuovo un letto caldo, i vestiti lavati, il cibo pronto e servitori che obbediscono ad ogni mia richiesta, e non dovrei più sfuggire gli esseri umani come una bestia braccata...
Però l'idea di trovarmi di nuovo imprigionata in quei corpetti rigidi che mi tolgono il fiato, sotto lo sguardo severo dei miei genitori, con l'elenco infinito di cose che una fanciulla di Alto Casato deve o non può assolutamente fare... e poi certo non potrei evitare in nessun modo il matrimonio. A meno che non convinca i miei che voglio sposarmi con Dio e chiudermi in convento.  No, non fa per me quella vita, anche se non amerò mai nessuno come amo Giorgio, non sono sicura di voler passare il resto della mia esistenza seppellita viva in quattro mura...
Ma del resto se il prezzo della libertà che ho qui nel bosco è la solitudine, non so bene nemmeno se questo è il futuro che sogno per me... Forse potrei andare molto lontano, fuori dai confini del regno, là nessuno mi riconoscerebbe come Selvaggia di Oramala... perché non ci ho pensato prima? Non avevo considerato questa ipotesi solo perché speravo di poter incontrare Giorgio restando nei pressi di Sagliano, ma ora tutto questo non ha più senso.
Ah! Come vorrei confrontarmi con qualcuno per capire che cosa è meglio fare...
Mio fratello! Sì, potrei cercare di incontrare mio fratello Fermo, lui non parla mai, e non credo che racconterebbe in giro di avermi vista. Certo che se lui sta zitto non mi sarà di gran conforto... Del resto non che abbia mai parlato molto con me, io sono sempre stata la sua sorellina mocciosa, se si rivolgeva a me era solo per dirmi cose cattive o farmi brutti scherzi, ma generalmente mi ignorava. Era davvero insopportabile mio fratello! Come abbia fatto quel violento iracondo a farsi passare per santo dai saglianesi non riesco proprio a capirlo. I miei genitori erano disperati, non accettava nessuna regola, non voleva vestirsi, non voleva mangiare quando era l'ora di mangiare. A lui piaceva solo rubare il cibo di nascosto. Trattava tutti male, dall'ultimo servo a suo padre. Nelle occasioni ufficiali dava il peggio di sé, i miei lo fulminavano con lo sguardo, ma non potevano schiaffeggiarlo lì davanti a tutti. Hanno provato tutti i tipi di castigo, ha preso tante di quelle cinghiate che credo avesse un callo sulla schiena, ha passato la maggior parte della sua infanzia rinchiuso in uno sgabuzzino umido al buio senza acqua e senza cibo finché mia madre insisteva per tirarlo fuori temendo che morisse. Quel tempo lo usava per escogitare scherzi cattivi e fughe dal castello per trovarsi con i figli della servitù e dei contadini per fare a botte. Forse voleva punire i suoi genitori per avergli dato quel nome. A lui il nome Fermo non piaceva per niente. Loro speravano forse che quel nome lo avrebbe reso un bambino calmo e riflessivo, era il primogenito, avrebbe preso lui il posto di mio padre Corrado l'Antico, figlio di Obizzone Malaspina, discendente di Obizzo Malaspina dello Spino Secco. Ma ora il suo nome è stato cancellato da tutti i registri. Mia sorella è stata chiamata Beatrice, anche lei a quanto pare nella sua prima infanzia non si è dimostrata all'altezza del suo nome, per questo l'hanno presto mandata in convento sperando che la raddrizzassero. Mio fratello invece è stato fatto arruolare nell'esercito, dove per lo meno la sua voglia di menare le mani sarebbe stata messo al servizio del Re: ma la dura disciplina militare non faceva per lui, non poteva tollerare di eseguire ordini imposti dagli altri. In virtù dei suoi titoli nobiliari gli fu dato un ruolo di comando, in modo che fosse lui a dare ordini. Ma a quanto pare Fermo usò il suo potere per compiere crimini efferati, obbligando i suoi sottoposti a compiere violenze inaudite. Per questo venne espulso dall'esercito e la famiglia lo cancellò da tutti i documenti di famiglia, come se lui non fosse mai esistito. Probabilmente io fui chiamata Selvaggia proprio perché i miei genitori avevano ampiamente sperimentato che mio fratello e mia sorella non avevano assolutamente assunto le caratteristiche che il loro nome suggeriva. Forse speravano che chiamandomi Selvaggia sarei stata invece una fanciulla beneducata e docile.
Ed eccomi qui, davvero selvaggia nei boschi, mentre mio fratello davvero è fermo nella sua casetta ai piedi della collina... chissà forse anche mia sorella la stanno trasformando in una vera Beatrice...
Però vorrei tanto capire mio fratello come ha fatto a diventare così diverso in questi anni. Sì, ho deciso, questa notte andrò a trovarlo.