Nella grotta di San Ponzo

Caro Diario,
sono rannicchiata in un angolo della grotta gialla dove vive Ponzo, scrivo prima che calino del tutto le tenebre. Sono arrivata qui due giorni fa, dopo aver parlato con mio fratello Fermo, è stato lui a consigliarmi di chiedere a Ponzo qualche indicazione per poter fuggire verso la pianura, lontano da questo regno dove se esco allo scoperto rischio di essere riconosciuta come Selvaggia, figlia del Marchese di Oramala, ed essere ricondotta di forza al castello per celebrare le nozze con Desiderio, figlio del Re di Sagliano.
In questi giorni ho cercato di fare delle domande a Ponzo per sapere la sua storia, ma anche lui come mio fratello non è proprio un gran chiacchierone. Quello che so è che lui è figlio di contadini, faceva il garzone. Non ho capito poi come si sia ritrovato a militare nell’esercito romano come legionario, so solo che Fermo era il suo centurione. A quei tempi Fermo non era certo l'uomo saggio e calmo che ora la gente chiama santo, credo abbia commesso violenze di ogni sorta, ancora più terribili da quando gli hanno affidato un'intera legione romana grazie alla quale la sua efferatezza poteva essere amplificata e moltiplicata per cento. Ponzo invece penso sia sempre stato così come lo vedo ora, non tanto alto, con il corpo robusto da contadino, taciturno e gentile, con gli occhi buoni e i gesti pacati e sapienti quando raccoglie le piante per la cena, prepara la legna per accendere il fuoco o cura l'ala spezzata di una civetta. Da ragazzo doveva essere di quei giovani timidi, forse era anche un po' grassottello, anche se ora non si direbbe dal momento che si nutre solo di ciò che la natura spontaneamente gli offre. Non so d'inverno di che cosa si cibi, visto che non va a caccia perchè non sopporta fare del male ad alcun essere vivente. Gli ho chiesto perchè viva in una piccola grotta scomoda da raggiungere, dove non si può neanche stare in piedi, invece di costruirsi una casetta di legno, ma da quello che ha borbottato credo di aver capito che non gli va di abbattere degli alberi solo per costruirsi un riparo. Non deve essere stato facile per lui sottostare al comando di un centurione aggressivo e violento come era mio fratello. 
L'altra sera ho visto che si stava preparando una tisana mescolando diverse erbe e quando glielo ho chiesto mi ha detto che grazie a quel rimedio aveva smesso di soffrire del mal di stomaco che aveva iniziato a perseguitarlo proprio negli anni dell'esercito. Ha detto qualcosa rispetto al "digerire" certe cose che proprio non gli andavano giù. Non avevo mai pensato che a volte si deve anche "mandare giù" e digerire non solo il cibo che ci viene dato, ma anche delle situazioni, delle persone o delle cose che ci capitano. Ho visto anche che aveva preparato diversi sacchetti con il rimedio per lo stomaco, mi ha spiegato che la gente del paese quando ha mal di stomaco viene da lui. Gli ho chiesto se aveva inventato lui stesso la ricetta dell'infuso e lui, dopo una lunga pausa ha detto no, ma non ha assolutamente voluto dirmi chi glielo avesse insegnato, io ho insistito come faccio sempre, perchè sono molto curiosa, a lui dispiace dire di no, si vede che gli pesa e non vuole essere sgarbato, quindi pensavo che insistendo un po' alla fine me lo avrebbe detto, così ho continuato a fare domande, ma lui ha continuato a fare le sue cose come se io non ci fossi. Allora io ho perso la pazienza: anche se ormai il mio vestito è a brandelli, e i miei capelli sono tutti arruffati, sono pur sempre una Malaspina, nessuna persona del popolo avrebbe mai osato mancarmi di rispetto in questo modo al castello, mio padre si sarebbe vergognato della mia incapacità di farmi obbedire da un mio inferiore, mia madre mi sgridava sempre da bambina quando non ero capace di tenere la giusta distanza con i figli della servitù, mi diceva con i plebei bisogna essere gentili ma inflessibili se non obbediscono all'istante. Così ho alzato la voce dicendogli: "Io sono la figlia del Marchese di Oramala, ti ordino di rispondermi!" Ponzo allora mi si è drizzato davanti e mi ha guardato dritto negli occhi serio, ma senza arroganza. Mi ha detto con tono pacato: "Non posso dirvelo, Signora, credetemi." Sono ammutolita all'istante. Non mi aveva mai guardata in modo così diretto e ad avercelo di fronte mi sono accorta che non è poi tanto basso, è un pochino più alto di me, anche se molto più grosso di corporatura. Mi sono sentita un po' in soggezione e ho abbassato gli occhi.
Non ho più aperto bocca per tutta la sera.
A un certo punto un insetto è caduto nella mia minestra, Ponzo ha notato la mia espressione di disgusto, mi ha preso dalle mani la ciotola e ci ha messo un filo d'erba dentro affinchè la bestiolina potesse arrampicarvisi sopra e salvarsi. Lui mi ha restituo la cena e poi ha deposto il sopravvissuto al riparo sotto un albero mormorando: "Tutte le creature sono uguali agli occhi del Creatore, nessuna vale di più delle altre."
Siccome non sono una stupida, ho capito che lui voleva dire qualcosa a me: voleva forse insinuare che così come un insetto secondo lui non varrebbe meno di un cavallo, anche un misero contadino come lui non vale meno di una figlia di nobili come me? Ho trovato questa osservazione molto maleducata e anche falsa. Così come il cavallo è più bello e più utile di un moscerino, i nobili sono migliori e più raffinati dei plebei e sono più importanti di loro, la vita di un cencioso figlio di braccianti non vale tanto quando quella del figlio del re!
Non avrei mai creduto che quel contadino apparentemente così garbato potesse in realtà essere così insolente. 
Sono andata a dormire di cattivo umore, questo bosco di castagni è così diverso dai boschi intorno a Sagliano! Anche la gola del Crenna è buia e fredda, sicuramente più impervia di questi luoghi, ma basta affacciarsi sulla cima di una collina per sentire il sole sulla pelle e sentire il cuore che si apre di fronte al magnifico panorama della valle dove scorre sinuoso il fiume Staffora scintillando tra i campi. Lì a tratti si percepiva il respiro del drago, ma era come un'eco in lontananza. Il drago infatti non può muoversi perchè è ferito e incastrato sotto al peso delle pietre che i demoni gli hanno messo addosso e intorno per fermare l'emorragia causata dalla spada di fuoco con la quale Giorgio gli ha mozzato le zampe. Qui invece di notte il bosco a tratti è così silenzioso da essere inquietante, a volte invece sembra ci siano creature che si aggirano, ma non animali, ombre misteriose e spaventose che si nascondono tra gli alberi. Su questo lato della valle il sole non batte quasi mai, qui i demoni del Drago certo possono gironzolare indisturbati.
Ho passato tutta la notte a rivedere nella mi mente lo sguardo di Ponzo mentre mi dice: "Non posso dirvelo, Signora, credetemi." Perchè non può dirmelo? Quale mistero si cela dietro a quell'infuso? Una parte di me vorrebbe andarsene da questo luogo inquietante e un'altra invece è curiosa e vorrebbe scoprire questi segreti e capire qualcosa di più su Ponzo...