Le streghe del Bosco di Castagni

Eccomi qui di nuovo rincantucciata in un angolo a scrivere.
Mi sono chiesta a lungo se fosse o meno il caso di raccontare quello che è successo in questi ultimi giorni. Il problema è che questa volta se qualcuno trovasse il diario non sarebbe un problema solo per me ma anche per le altre persone... solo che non posso tenermi dentro questo segreto, se non lo dico almeno al mio diario esploderò! Semplicemente dovrò stare ancora più attenta per evitare che qualcuno possa leggerlo...
Da quando io e Minor ci siamo stabiliti nella grotta con Ponzo, in poco tempo tutto il paese di Semola sapeva di noi e così chi con una scusa chi con l'altra, sono venute diverse persone per vedere i due orfanelli. Tra questi c'è anche una servetta che tutte le sere viene mandata ad attingere l'acqua alla fonte vicino alla grotta, pare infatti che quest'acqua abbia dei poteri particolari per curare il mal di stomaco e anche per fare venire più latte alle madri.

Lei si chiama Maria, ha circa dieci anni, le piace chiacchierare con me e con Minor, i suoi genitori erano molto poveri e per questo l'hanno data a una donna anziana senza figli nè famigliari che aveva bisogno di un aiuto in casa.
La gente va da questa vecchia quando sta male, perchè lei sa aggiustare storte e slogature usando un unguento di grasso di maiale e altre erbe, usa delle manipolazioni e delle parole segrete che sussurra, inoltre sa riconoscere se il malessere è determinato dalla presenza di vermi nella pancia immergendo 7 pezzi di spago in una ciotola d'acqua e guardando come si comportano, cura il mal di testa appoggiando un piccione appena ucciso e ancora sanguinante sul capo del malato, poi fa anche passare il dolore al nervo sciatico bruciando con un chiodo arroventato un punto nell'orecchio del paziente. Non chiede niente in cambio delle sue prestazioni, anche se poi la gente le fa spesso dei regali (salami, uova, conserve) un po' per ringraziarla, un po' forse perchè la teme... Si dice infatti che abbia anche il potere di togliere malocchio e incantesimi negativi, quelli che legano il ventre alle donne impedendo loro di fare figli o che pesano su famiglie o persone colpite da continue disgrazie. Ma la gente pensa che chi sa disfare gli incantesimi malevoli è potenzialmente anche in grado di farne, per questo a bassa voce si riferiscono a lei come la Strìa, ossia "la strega".
Un giorno Maria, la servetta, alla fonte, guardandosi intorno circospetta per controllare che Minor e Ponzo non siano nei dintorni, mi avvicina per sussurrarmi all'orecchio: "La Signora dice di farti trovare alla fonte questa notte, a mezzanotte, controlla che nessuno ti veda." La Signora. E' così che Maria chiama la sua padrona. Passo tutta la sera chiedendomi la ragione di questo strano invito, non ho mai visto la Strìa, credevo fosse troppo vecchia per arrivare fino a qui. Perchè vuole vedermi proprio a mezzanotte? Perchè in segreto? Sono un po' spaventata ma anche emozionata all'idea di conoscerla...
Mi metto a letto come gli altri quando viene buio (Ponzo non usa candele perchè dice che non vuole rubare la cera alle api, nè vuole usare il grasso degli animali uccisi e di olio qui non riusciamo a farne, quindi possiamo solo usare la luce del fuoco, ma dopo una giornata di lavoro se non fa freddo non c'è nessun bisogno di stare alzati fino a tardi alimentandolo, preferiamo andare a dormire e svegliarci alle prime luci l'indomani). Io però cerco di non dormire e rimango ad ascoltare i rintocchi della chiesa, aspettando mezzanotte. Ma rischio di crollare se rimango sdraiata immobile, così quando sono sicura che gli uomini stiano dormendo mi alzo e mi incammino verso la fonte.
La luna è piena, ma il cielo è nuvolo, quindi a tratti il bosco si fa molto scuro. Mi siedo sotto a un castagno e aspetto. Nel momento in cui suona il primo rintocco della mezzanotte sento il richiamo della civetta, percepisco il frullo delle sue ali poco distante e la intravedo mentre si appollaia accanto alla fonte. Al dodicesimo rintocco una nube si scosta illuminando la fonte: esattamente dove un secondo prima c'era la civetta ora c'è una vecchia decrepita, ricurva e avvolta in una veste scura col cappuccio. Come ha potuto comparire così? Se fosse arrivata per il sentiero l'avrei senz'altro sentita... Esco dall'ombra e le vado incontro. Lei mi squadra, non aspetta nemmeno che mi sia avvicinata del tutto e mi dice con voce gracchiante: "Tu non sei un figlio di contadini. E non sei un ragazzo". Rimango interdetta, sul momento non so cosa rispondere. Sono mesi che mi vesto, mi muovo e parlo come se fossi un uomo, alla fattoria nessuno ha sospettato che potessi non esserlo, gli unici che conoscono la mia vera identità sono Ponzo e Fermo, ma non credo che loro mi abbiano tradita...
Lei del resto non mi lascia il tempo di ribattere o di negare e aggiunge, sempre con tono brusco: "E' arrivato il tempo che tu sappia chi sei veramente. Vieni qui." Mi avvicino, un po' titubante. Dal suo mantello estrae una ciotola di legno, la riempie sotto il getto d'acqua scintillante al chiarore della luna e me la porge. Esito... e se fosse un veleno? Ma l'ha riempita adesso sotto ai miei occhi... sì, però potrebbe esserci stato qualcosa spalmato dentro la ciotola in precedenza... del resto ormai sono qui, cosa potrei fare? Rifiutarmi? Scappare? Rischiare di farla arrabbiare e farmi scagliare addosso un maleficio? Così decido di bere. Questa è l'ultima cosa che ricordo con chiarezza, poi ho solo sprazzi di immagini e sensazioni, una specie di nebbiolina argentata e rosata intorno a me, creatura di ombra e di luce che si muovono indistinte, che vedo solo con la coda dell'occhio perchè se mi giro per guardarle si dissolvono, seguo la vecchia anche se non mi sembra di camminare ma di galleggiare a qualche spanna da terra senza muovere un muscolo, mi conduce in una radura che non ho mai visto, sulla cima di una collina, c'è un fuoco, cioè sembra un fuoco, ma ha fiammate di tutti i colori: blu, verdi, rosa, nere.... io sono come in un sogno, non sono spaventata e nemmeno troppo stupita, c'è una musica o forse è il mio cuore che batte, lentamente ritrovo la percezione del mio corpo, ma è come se fossi nel mio corpo per la prima volta, sento con precisione il sangue che viene pompato nelle mie vene si dirama fino ai piedi, alle mani, al viso, sento l'aria che entra fresca nei miei polmoni e porta tutti i colori delle fiamme dentro di me, fino alle punta dei capelli, sento ogni muscolo del corpo e le ossa e gli organi nell'addome, sento il fastidio dei miei capelli imprigionati nel cappellaccio e li libero subito, mi tolgo anche i calzari di pelle legati alle caviglie che non permettono ai miei piedi di respirare, d'improvviso sento l'oppressione della stoffa che tengo legata stretta intorno al petto per nascondere il seno e sento l'urgenza di togliermi tutto, è come se ogni parte del mio corpo si fosse svegliata e gridasse per essere liberata e poter sentire il vento e vedere le luci del fuoco e muoversi e cantare... mi accorgo che ci sono altre figure che danzano intorno al falò e le fiamme rilucono guizzanti sui loro corpi sudati. Non ho mai visto in vita mia una persona senza vestiti e nemmeno io sono mi sono mai tolta tutto completamente, mi hanno sempre detto fin da bambina che non bisogna stare nudi, nemmeno da soli, non bisogna toccare il proprio corpo nè quello degli altri, non ci si deve mai guardare nello specchio se non il viso, non ci si deve lavare troppo perchè fa male e se proprio ci si deve lavare lo si fa un pezzettino per volta e senza guardare nè toccare troppo. In quel momento però io non mi sento in imbarazzo, non mi sembra di stare facendo niente di sbagliato e anche le altre creature sembrano a loro agio.
Il mio corpo è forte e leggero al tempo stesso, non sono io che danzo, è ogni parte di me che si lascia danzare dalla musica, dalla luce, dalle ombre, dall'odore di bosco e di selvatico, dallo scroscio della cascata... c'è una cascata, una cascata iridescente come l'arcobaleno. Mi avvicino affascinata, sento un fuoco che mi scorre nelle vene e sulla pelle e provo piacere nel sentire l'acqua fredda che mi scivola addosso, il getto mi piove con forza sulla testa e sulle spalle massaggiandomi tutta, lì sotto non sento più le voci e la musica, rimango così un tempo che non so dire... poi faccio un passo in avanti e passo oltre alla colonna d'acqua.
Sono in una specie di grotta scura che ha come porta la cascata. C'è un piccolo fuoco acceso (un fuoco normale questa volta), tutta la festa è rimasta fuori, alle mie spalle, qui si sente solo il rumore assordante dell'acqua, così continuo e costante da sparire quasi lasciando solo la sensazione di avere le orecchie tappate. La Strìa si alza e mi viene incontro porgendomi una pelle morbida nella quale mi avvolgo e senza dire una parola mi accuccio vicino al fuoco. Lei inizia a pettinarmi i capelli (i miei capelli, che avevo tagliati corti diventano sempre più lunghi e soffici man mano che lei me li pettina...). Chiudo gli occhi, le sensazioni assurde che avevo sentito dopo aver bevuto dalla ciotola stanno diminuendo, mi sento più simile a come sono di solito, ma molto più rilassata e serena, mi sento piacevolmente stanca e soddisfatta.
Mi risveglio al canto dei primi uccellini, sono sdraiata vicino alla fonte, intravedo tra gli alberi Ponzo che scende per andare a prendere l'acqua e velocemente mi alzo e vado a bere per fargli credere che semplicemente mi sono svegliata prima di lui.
Ponzo mi lancia un'occhiata (io subito controllo di essere vestita come al solito: sì, sono normale, non dovrei avere niente che faccia capire che cosa è successo questa notte... ma sarà poi successo davvero?), distoglie lo sguardo e mi sembra di notare sul suo volto un lieve sorriso compiaciuto, come se fosse soddisfatto di qualcosa. Ho come l'impressione che lui sappia tutto e, cosa ancora più assurda, che approvi ciò che ho fatto. Quest'uomo è davvero strano!